Anfiteatro

Una conca marmorea sotto le stelle“: così il poeta Gabriele d’Annunzio immaginava il teatro ideale per rappresentare i propri spettacoli, naturalmente immerso nella splendida cornice del Vittoriale, sull’esempio di quello di Wagner a Bayreuth.

Si sarebbe dovuto chiamare “Parlaggio“. Fu il Vate stesso a scegliere il luogo: un punto panoramico del parco, da cui si ammirano l’Isola del Garda, il Monte Baldo, la penisola di Sirmione e, soprattutto, la suggestiva Rocca di Manerba – in cui a Goethe pare di riconoscere il profilo di Dante.

Nel 1931 il Vate affidò l’opera all’architetto del Vittoriale, Gian Carlo Maroni, che mandò a Pompei perché pensasse la nuova realizzazione sull’esempio dell’anfiteatro romano più antico del mondo.

I lavori iniziarono tra il ’34 e il ’35 ma vennero presto interrotti per difficoltà finanziarie, aggravate dall’inizio della guerra e dalla morte del poeta. Ripresi per volontà della Fondazione vent’anni dopo, nel ’52, terminarono l’anno successivo, a opera dell’architetto Mario Moretti e di Italo Maroni, fratello di Gian Carlo.

L’8 agosto 1953 il teatro venne solennemente inaugurato, con un concerto dell’Orchestra del Teatro alla Scala diretta da Carlo Maria Giulini.