Tutto è cominciato dalla strofa di Another Love: «and if somebody hurts you, I wanna fight, but my hands been broken one too many times, so I’ll use my voice, I’ll be so fucking rude, words they always win, but I know I’ll lose» (se qualcuno ti ferisce voglio combattere, ma le mie mani sono state rotte una volta di troppo, e così userò la mia voce, e sarò maledettamente rude, le parole vincono sempre, ma so che perderò). Le ragazze iraniane hanno eletto prima questi versi poi l’intera canzone di Tom Odell (uscita nel 2012) a loro inno. Tik Tok e Instagram hanno regalato un’eco mondiale al brano (solo su Spotify oltre um miliardo di ascolti) grazie a una prima ragazza che, ascoltandola, si è tagliata una ciocca di capelli. Poi è stata una valanga.
Another Love è una ballad malinconica, un racconto sofferto su quanto sia difficile trovare la forza e l’energia per amare di nuovo dopo una delusione, ed è stata pubblicata nel 2012, in occasione dell’uscita dell’EP Songs from Another Love, prima di essere inserita nell’album d’esordio Long Way Down.
Già così la storia del successo del brano aveva dell’incredibile, ma a metà del 2022 la canzone è stata “adottata” anche dalle compagne dei soldati ucraini al fronte. Tom nel marzo scorso è andato alla stazione di Bucarest per cantarla per i profughi ucraini: «se qualcuno mi avesse detto dieci anni fa che la canzone avrebbe avuto questo significato e questa profondità, diventando un messaggio di pace e speranza, non ci avrei creduto».
Sostenuto da fin dall’inizio da Lily Allen, Odell ha in Arcade Fire, London Grammar, Anna Calvi, Jake Bugg i suoi punti di riferimento. Nel canto «ho trovato la libertà, ho voluto perdermi nella musica per uscire dal mio piccolo mondo di provincia. Ho una formazione classica, amavo molto Debussy e Schubert e il loro romanticismo in fondo si riflette nei miei album».