Corde 2023: le canzoni nude e crude di Mannarino

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Partenza trionfale per il Tour Corde 2023 di Mannarino. Tre sold-out, il 16 e il 17 giugno all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone e quello dell’1 luglio al Vittoriale, hanno confermato che il pubblico non vedeva l’ora di assistere al nuovo live dell’autore di Apriti cielo.
«Concerto meraviglioso», questo il giudizio dal profilo ufficiale di Instagram di Tiromancino, il gruppo di Federico Zampaglione.

Mannarino è reduce da un 2022 ricco di concerti, dopo un tour che ha toccato tutta Italia fino al gran finale all’Arena di Verona. Ora riparte con Corde 2023, un nuovo capitolo dell’avventura iniziata con Corde 2013 e proseguita con Corde 2015.
Mannarino rivisita il suo canzoniere con strumenti a corda. Propone uno spettacolo totalmente ripensato, dove il concept originale, che ha come protagonista il suono degli strumenti a corda, trova strade nuove e originali. Good vibrations di legno, di cuore, di corde.
Nella band ci sono alle chitarre Alessandro Chimienti e Tony Canti, al contrabbasso Marco Bardoscia, alle percussioni e ai cori Lavinia Mancusi, Simona Sciacca e Gioia Persistetti.

La scaletta presenta una ventina di canzoni, denudate, intime, di un commovente minimalismo. I suoi hits ci sono tutti: Vivere la vita, Bar della rabbia, Apriti cielo, Fiume nero, Serenata lacrimosa, Tevere Grand hotel… La scenografia essenziale ed evocativa ha un bell’impatto con le sue 76 corde che si intrecciano, attraversano lo spazio e sovrastano i musicisti.

A Fanpage ha confessato che sente l’esigenza «di fare un concerto in cui sono più esposto, in cui non sono schiacciato da tutto l’impianto degli arrangiamenti, della batteria, delle percussioni, del basso elettrico. Mi sono messo più al centro, racconto le mie storie, la mia storia, però ci sta anche qua un’energia strana, particolare: ci sono chitarristi, un contrabbassista e tre voci femminili con tamburi e percussioni».

Natura, patriarcato, animismo, femminilità, rapporto uomo-donna, sono questi solo alcuni dei temi affrontati dal cantautore in V, l’album più politico e visionario della sua carriera. Ora sarà davvero stimolante ascoltare quali soluzioni Mannarino ha trovato per rielaborare la sua musica: «l’idea è di mettere al centro la canzone, vedere anche come reagisce. Quando una canzone funziona lo fa anche al di là dell’arrangiamento e magari scopri anche altre anime: per esempio c’è una versione di Cantarè che è totalmente diversa dall’originale, perché quella canzone è arrangiata sulla batteria, piano elettrico e basso e invece ne ho fatto una versione diversa che ne svela un’altra anima».