Il pop sentimentale e ipnotico di James Arthur

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Il Bitter Sweet Love World Tour di JAMES ARTHUR è in pieno svolgimento: tante date in Usa, Canada, Gran Bretagna e pochi selezionati live nel resto d’Europa.
Sostanzialmente il concerto si appoggia all’ultimo disco uscito da pochi mesi. Ovviamente la sua decennale carriera viene rivisitata nella scaletta riproponendo brani che hanno resistito alla prova del tempo come Naked, Impossible, Empty Space, Falling Like the Stars.
La parte del leone la fanno comunque le 13 canzoni di Bitter Sweet Love, il suo quinto disco e il primo da It’ll All Make Sense In The End del 2021.

Alla BBC ha illustrato la genesi del cd: «Sento che per fare musica che possa davvero commuovere le persone devi creare quando hai l’urgenza di dire qualcosa. Quindi tendo ad andare in studio solo se mi sento pronto. Quando ho iniziato a scrivere questo album ero appena uscito da un tour e mi sentivo un po’ giù, avevo bisogno di impegnarmi. Per per me quella è la circostanza ideale per entrare in studio e iniziare a fare musica».

Ne è venuta fuori una ipnotica riflessione sull’amore in tutte le sue forme, come ben testimonia un brano malinconico come A Year Ago, che alla chitarra acustica affianca percussioni e archi.
Di solito altri momenti salienti dal vivo sono rappresentati dall’atmosfera tecno-pop di Blindside e dalla title-track che propone delle ritmate “concessioni” rock.

Nel disco JAMES ARTHUR canta anche l’amore per la città natale (Middlesbrough), che rappresenta il suo rifugio rispetto alla Los Angeles che l’ha attratto per inseguire i suoi sogni, costringendolo però a barattare la semplicità della vita che ama(va) con la possibilità di crescere come musicista.

Rispetto al suo ultimo lavoro sente di “avere inserito sentimenti autentici. Le storie che racconto vengono da esperienze reali. Cerco di comprendere come potrebbero evolvere. Mi piace elaborare il racconto e allontanarmi da quello che sta accadendo nella vita in quel momento” .